Capitolo II - appunti di viaggio disordinati







... le persone si trattano ancora con quell'educazione che io amavo ascoltare nei miei nonni e nei miei genitori, quella scontatissima unione familiare mi trafigge il cuore, mi fa pensare alla mia così estensa solitudine
...veloce qualche lacrima si fa spazio e devo trattenerle davanti alla deliziosa ragazza dell'Osteria con quegli occhi di chi non ha visto il mondo e sta bene così, c'è bellezza in quel viso libero dal troppo sapere come va il mondo, il viso di chi ha poche pretese e ciò che ha, è la vita.
Guardo i suoi capelli neri, il suo sorriso innocente e vorrei potergli rubare un po' della sua serenità. Ha la mia età e probabilmente un fidanzato, un bravo e semplice ragazzo anche lui, la loro sarà una bella vita, vera come questa terra...

Anche lei dedico la performance:




...la luce si è posata lenta e silenziosa sul viso, era il giorno di partenza, le rimanenze della serata erano ancora vive sugli occhi stanchi... il silenzio era entrato anche dentro di me, c'era spazio per la lentezza, per le riflessioni intense, guardavo dalla finestra la luce che calava sugli alberi e senza chiedere alcun permesso spegneva la giornata... avrei voluto dormire ma invece ho seguito con grande stupore il viaggio del sole imperante, dal mio trono sul cavallo di ferro, insieme agli altri cavalieri con i loro pensieri, le loro tristezze, con i sogni che si intrecciano in una dimensione sottile con quelli degli altri, sono rimasta a guardare finché la mia immagine è apparsa sul finestrino, il mio riflesso mi ha riportato indietro...
da quel sogno
da quel viaggio lungo nella mia mente
era tardi,
faceva freddo,
era oramai notte,
all'indomani la vita sarebbe tornata quella di sempre,
l'alba mi aspettava serena...



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