Testo Annalisa Rosso sulle opere di Sandra Miranda Pattin


 Ritos de Fénix I - Sandra Miranda Pattin
 Ritos de Fénix II - Sandra Miranda Pattin

La materia, nell’antica filosofia greca, era la sostanza indistinta e primordiale a fondamento di tutte le cose. Il lavoro di Sandra Miranda ruota attorno alla materia in questa accezione. Il fulcro della sua opera è quello concreto, tangibile, reale del mondo sensibile, persino nelle performance e nei video la caratteristica costante è questa. Con un approccio sacrale, mistico. Una forma di rispetto, un omaggio all’esistenza in tutte le sue forme, e alla memoria. Contaminata con uno spirito difficile da incasellare in una definizione, ma che di certo non appartiene agli standard occidentali. Forse perché Sandra Miranda è arrivata in Italia una decina di anni fa dalla Colombia. La sua creatività, la sua sensibilità sono vicine a uno sguardo di tipo antropologico. La sua è un’etica etnica. Una attrattiva preponderante per acqua e fuoco – elementi archetipici e fondativi – non fa che confermare il tratto primitivo o, meglio, a-temporale, capace di prescindere da un’epoca e, di conseguenza, essere universale. Eppure in queste opere non esiste giudizio, non vengono espresse valutazioni morali. Con mixed media tra i più svariati e una capacità comunicativa rara, Sandra Miranda non cerca mai di dare facili spiegazioni o fornire interpretazioni assolute. Niente indottrinamento, nessuna verità rivelata. La meraviglia della sua opera, sia video, installazione, performance o altro ancora, sta nello svelarci, con perfetta naturalezza, quello che è sempre stato davanti ai nostri occhi. Le emozioni, il dolore, i ricordi, le lacrime e lo smarrimento che appartengono a ognuno. E che troppo spesso non sappiamo vedere. La più sorprendente epifania consiste nello scoprire sé stessi. Senza retorica. Coraggiosamente. 

annalisa rosso

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